Oasi Naturalistica di Colfiorito: un paradiso per gli amanti della natura
Arrivare a Colfiorito è come entrare in un’altra dimensione. La strada si arrampica dolcemente e a un certo punto, quasi all’improvviso, si apre davanti agli occhi una grande conca verde, sospesa a ottocento metri d’altezza, circondata da montagne che sembrano custodi silenziosi. L’aria si fa più fresca, profuma di erba e di acqua, e il silenzio ti avvolge subito, un silenzio che non è vuoto, ma pieno di vita nascosta.
Qui non ci sono palazzi fastosi o piazze monumentali: Colfiorito è la voce discreta dell’Umbria, quella che non grida ma che resta impressa nel cuore. Il suo centro pulsante è la palude, uno specchio d’acqua che riflette il cielo e che custodisce una biodiversità sorprendente. Camminando lungo le passerelle di legno che costeggiano l’oasi, si vedono aironi che spiccano il volo, cavalieri d’Italia con le zampe rosse che danzano nell’acqua bassa, libellule che brillano come gemme sotto il sole. Ogni passo è un invito a rallentare, ad ascoltare i rumori sottili: il fruscio dei canneti mossi dal vento, i richiami degli uccelli, il gorgoglio sommesso dell’acqua.
Ma Colfiorito non è solo natura. Questa terra ha una memoria antica, che affiora silenziosa sotto i piedi. Qui vivevano gli Umbri Plestini, un popolo fiero che aveva costruito la sua città, Plestia. Oggi ne restano pochi frammenti, ma basta chiudere gli occhi per immaginare templi, mura e mercati animati, proprio in questo stesso altopiano che adesso sembra così quieto. Ogni collina, ogni campo coltivato porta con sé l’eco di quelle vite passate.
E poi c’è la tradizione contadina, ancora viva. Le greggi che pascolano libere, il suono dei campanacci che si diffonde nell’aria limpida, il profumo dell’erba appena tagliata che sa di estate. Colfiorito è anche il regno della lenticchia, piccola e scura, capace di racchiudere nel suo sapore deciso tutta la forza di questa terra. Assaggiarla qui, magari in una zuppa calda nelle sere d’autunno, è un gesto semplice ma profondo, come stringere tra le mani un pezzo di storia.
Ci sono momenti a Colfiorito che restano incisi nella memoria. L’alba, ad esempio, quando la nebbia avvolge la piana e la palude sembra dissolversi nel cielo, trasformando il paesaggio in un sogno sospeso. Oppure il tramonto, quando il sole si nasconde dietro le montagne e l’acqua si tinge d’oro, riflettendo un ultimo bagliore prima della notte. Sono istanti che non hanno bisogno di parole, perché parlano direttamente all’anima.
Colfiorito è un luogo che non ti chiede di fare, ma di essere. Non è una tappa da spuntare, ma un incontro da vivere. Ti insegna il valore della lentezza, la bellezza del silenzio, la forza delle radici. È un posto che resta dentro, come il ricordo di un respiro profondo, di un equilibrio fragile ma perfetto tra uomo e natura.
Chi parte da qui porta con sé più di un’immagine: porta il volo degli aironi, il profumo del fieno, il sapore delle lenticchie, la sensazione di aver toccato l’Umbria nella sua forma più pura.